blair si svegliò indossando ancora l' abito della sera precedente; c'era qualcosa di diverso però, qualcosa che mancava, mancava qualcuno. chuck, appena pronunciò mentalmente il suo nome i suoi occhi si riempirono di lacrime. chuck lo faceva sempre, partiva, scompariva dalla sua vita e proprio quando si stava per riprendere tornava e ricominciava tutto nuovamente, non poteva farci niente,
in fondo lei e chuck erano inevitabili, e blair lo sapeva fin troppo bene.
la prima volta che chuck incontrò blair fu alla sua festa per i 5 anni. l' idea di un compleanno perfetto per chuck includeva un regalo molto costoso e un giorno passato con la tata di turno; per bart invece un compleanno perfetto significava una sfarzosa festa al palace hotel. chuck stava seduto su una delle poltrone rosse nella zona bar, fissando serena e blair che giocavano con quello che poi sarebbe diventato il suo migliore - unico - amico. "tanti auguri" chuck alzò lo sguardo e vide blair che lo guardava sorridendo, "vuoi giocare con noi?"
chuck la fissò per alcuni minuti per poi rispondere "io sono chuck bass, e quello non è il mio genere", blair sbattè le palpebre due volte leggermente confusa per poi sedersi vicino a lui. "allora sto qui a farti compagnia" disse con il solito sorriso; era davvero carina, chuck si sentì leggermente stupido per non averlo notato prima. "grazie waldorf" disse alzandosi e baciandola sulla guancia.
da quel giorno blair e chuck diventarono amici.
quando blair e chuck avevano dodici anni passarono l' estate insieme in francia. era la prima volta in cui blair passava l' estate senza serena, o peggio senza nate. chuck invece sembrava entusiasta del viaggio, o meglio delle ragazze francesi che aveva incontrato durante l' estate. una sera tornando nel suo hotel trovò blair seduta accanto alla porta della sua stanza, con le guance rigate dalle lacrime; senza dire una parola chuck si sedette al suo fianco e avvolgendola con un braccio la avvicinò a sè. "come mai stavi piangendo?" affondando la testa nel suo petto blair rispose tra i singhiozzi "mi manca serena, e mi manca nate, mi mancano da morire"
"ci sono qui io" rispose chuck in un sospiro accarezzandole i capelli, blair asciugò gli occhi pieni di lacrime e alzò lo sguardo, lo conosceva abbastanza bene per sapere che a lui non interessava nulla a parte i soldi e quello che poteva comprare; però sapeva altrattando bene che chuck con lei si comportava sempre in modo diverso, non la trattava come le tante ragazze che aveva incontrato nella sua vita, ed era l' unico ragazzo che non l' aveva mai fatta sentire inferiore a serena, neanche per un istante. blair pensava a tutte quelle cose quando chuck si avvicinò a lei e accarezzandole il viso, piano, le diede un bacio.
dopo quell' estate blair si fidanzò con nate, e lei e chuck non parlarono mai di quel bacio.
sin da quando era bambina blair sognava il prince azzurro, qualcuno che la amasse per tutta la vita, che amasse solo lei, qualcuno che la potesse rendere felice; pensavo che quel qualcuno sarebbe stato nate, ma si stava dimostrando una delusione come tutto il resto nella sua vita. dopo che nate l' aveva scaricata per l' ennesima volta blair si era ritrovata davanti al bar del palace. "un altro martini, grazie" la cosa che più amava di quel bar è che non chiedevano mai l' età.
chuck entrò nella sala proprio quando blair stava per ordinare il quarto martini, "direi basta per stasera" aveva detto al cameriere, aiutando blair ad alzarsi e portandola nella sua suite. "volevo solo un altro martini" disse prima di addormentarsi. erano le 4 di notte di un sabato sera quando blair si svegliò con un forte mal di testa, vedendo chuck sdraiato al suo fianco; facendo attenzione per non svegliarlo andò a prendere un bicchiere d' acqua e un' aspirina.
"ti senti meglio?" disse chuck comparendo alle sue spalle pochi istanti dopo. "forse" disse accennando un sorriso " è successo qualcosa con nate?" "non ne voglio parlare chuck, ti prego" disse allontandosi per andare a sedersi sul divano. "possiamo guardare un film, colazione da tiffany magari". chuck non riuscì a trattenere la risata "ok, vada per colazione da tiffany" e sorridendo si sedette al suo fianco, abbracciandola come quella volta a parigi.
blair aveva perdonato nate, ancora e ancora e ancora, e chuck era sempre lì a consolarla, ogni volta che si presentava al palace sapeva che nate l' aveva ferita in qualche modo e ogni volta guardavano insieme colazione da tiffany seduti su quel divano finchè blair non si addormentava. era la loro tradizione, e l' unico modo in cui chuck poteva stare vicino a blair.
mancavano solo due giorni al diciassettesimo compleanno di blair, "he needs you, you know what i don't". con quelle poche parole aveva lasciato nate, l' aveva delusa per l' ennesima volta e non poteva, non voleva più sopportarlo. aveva bisogno di chuck, come sempre e più di sempre, così si trovò davanti alle porte del victrola. non voleva parlare di nate o guardare colazione da tiffany, non voleva neanche bere i soliti quattro martini e addormentarsi nella suite di chuck esausta con gli occhi pieni di lacrime; era finita.
"eri fantastica là sopra" le parole risuonarono nella limousine e nella mente di blair mentre accorciava lo spazio che la divideva da chuck - "are you sure?"
immobile nel suo letto non poteva credere che chuck se ne fosse andato di nuovo, come aveva potuto lasciarla di nuovo così senza dire niente, senza pensare a quanto avrebbe sofferto. "miss blair, è ora di fare colazione" " non ho fame dorota!" disse ributtandosi tra le coperte. toc toc "dorota ti ho detto che non ho fame" disse blair scocciata lanciando un cuscino in direzione della porta. "davvero mi hai scambiato per dorota? io sono chuck bass!"
blair si alzò di scatto "chuck! o mio dio chuck sei qui" le lacrime iniziavano a rigarle il viso. posando il vassoio andò a sedersi accanto a lei, accarezzandole i capelli "ricordi quella sera in francia? non è cambiato nulla blair, io sono e sarò sempre qui."
