| Finalmente i suoi occhi si erano chiusi. Fuori dalla finestra un timido sole stava gia svegliando tutta New York City. Non voleva dormire,non ci sarebbe riuscita comunque. La sua peggior nemica e l’amore della sua vita. Voleva fidarsi di Chuck ma dentro di lei sapeva benissimo che una persona non può mai cambiare completamente. Può migliorare o peggiorare ma le abitudini,come si suol dire,sono dure a morire. E nonostante lui le abbia giurato amore eterno era davvero possibile che Charles Bass si fosse trasformato da playboy incallito a monogamo? Era proprio mentre pensava a queste cose che le sue palpebre non riuscirono piu a controllarsi e si chiusero prepotentemente. Un bacio. Le loro labbra unite. Di colpo gli occhi che si spalacano. “Calmati B,era solo un sogno. Anzi,un incubo.” La prima cosa che fece fu guardare l’altra parte della stanza. Il letto di Georgina era ancora intatto. Non era tornata. E Chuck? Dov’era? Perché non chiamava? Prese il cellulare. Era spento. Tra tutte le cose che erano successe la sera prima si era scordata di ricaricarlo. Magari C l’aveva chiamata, aveva cercato di contattarla,magari le aveva lasciato un messaggio in segreteria dicendole che non l’amava più e che sarebbe scappato con G. “Ok Blair. Respira. Sono tutte stupide supposizioni.” Ma ora che aveva messo il cellulare sotto carica aveva paura ad accenderlo. Aveva paura di leggere o sentire quello che i suoi occhi e le sue orecchie non avrebbero mai voluto né sentire,né vedere. Un trillo. Era un messaggio.
SPOTTED: Chuck Bass and his worst girlfriend’s enemy share the breakfast in Manhattan. What have you guys done all night long? We bet Blair Waldorf would like to know it.
Per la prima volta nella sua vita provò quella terribile sensazione. La mancanza d’aria. Un peso sul petto. Era come se qualcuno la stesse soffocando. Non riusciva a respirare. Le girava la testa. La stanza improvvisamente si era fatta piccola e la stava opprimendo. Le gambe le avevano ceduto e si era dovuta coricare sul pavimento. Non riusciva a deglutire. E all’ improvviso, il buio.
“Blair,tesoro, mi senti? Blair?” riusciva a malapena a distinguere quella voce. Sentiva le mani intorpidite e qualcosa nel naso. Cercava di mettere a fuoco quel poco che riusciva a vedere attorno a sé. Non era la sua stanza. E quell’odore. Quell’odore le ricordava quando a 12 anni era stata ricoverata per appendicite. E subito realizzò dove si trovava. “Amore mi hai fatto prendere un bello spavento. Si può sapere che ti è successo?” “perché sono qui? Dov’ è lei?” “Lei chi Blair?” “Oh,lo sai benissimo chi. Quella a cui hai offerto la colazione” “B non dire stupidaggini. Ora calmati,ha detto il dottore che non ti devi agitare.” “Io sto benissimo e voglio andarmene da qui. Voglio tornare nella mia stanza per poter strozzare con le mie mani quella piccola puttanella!” detto questo si alzò di scatto dal letto, aprì l’armadietto di fronte a lei e prese le sue scarpe. “ora è tutto più chiaro. Non sei svenuta per lo stress del tuo esame. La tua piccola testolina ha frullato tutta notte immaginando le cose più brutte che coinvolgevano me e Georgina e alla fine hai perso i sensi” Blair si voltò. Era pallida e i suoi occhi erano stracolmi di lacrime. “no chuck,non sono stati i miei viaggi mentali a farmi star male. O almeno non solo quelli. Per caso hai avuto notizie da Gossi Girl? Beh io sì” frugò nella borsa e gli lanciò il cellulare. Chuck capì subito. “B lo sai com è GG. Ingigantisce sempre le cose. E non è detto che dica sempre la verità” “Chuck non prendermi in giro. Non lo merito. Guardami negli occhi e dimmi che tra te e G non è successo niente e io ci crederò. E non ti farò piu domande su quello che è successo la notte scorsa. Ma mi devi guardare dritto negli occhi.” C si avvicinò. Le accarezzò il volto sciupato e le asciugò le lacrime che le stavano rigando il volto. “Blair tra me e Georgina non è successo nulla. E non succedera mai nulla perché io ti amo.” Quelle parole erano come miele per lei. non sapeva resistergli. Non avrebbe potuto. Ma quegli occhi,non erano gli stessi. Voleva convincersi che era colpa del suo piccolo malore. E alla fine cedette. “andiamo B ti porto via da qui.” E si lasciò travolgere dal suo abbraccio,così forte, così protettivo, così dolce.
“non è meglio se rimani un po da me? lo studio può anche aspettare no? E poi oggi non hai lezione” avrebbe voluto con tutta se stessa stare per un lontano dal dormitorio e pensare solo a loro due ma sentiva che c’era qualcosa che non andava e doveva capire cosa. Ma non voleva dire nulla a C. non voleva. Non poteva. “tesoro l’unica cosa di cui ho bisogno ora è di una doccia e di un letto. E credimi,la mia stanza va piu che bene per queste 2 cose. Ma stasera ritieniti impegnato a tutti gli effetti!” gli schioccò un baciò sulle labbra e scese dalla limo. C abbassò il finestrino e la guardò allontanarsi. Odiava mentirle.
Sapeva benissimo che una volta entrata in stanza G non ci sarebbe stata. “Non è cosi stupida” pensava metre apriva la porta. La stanza era come l’aveva lasciata. Letto disfatto e qualche libro sparso qua e là. C’era solo un po di acqua sul pavimento. Probabilmente era stata colpa del medico che aveva cercato di farle riprendere i sensi. C’era qualcos’altro. Un altro pacchetto. Più piccolo questa volta. E un biglietto. “cara Blair, spero che tu ora stia meglio. Mentre riprendi le forze perché non ascolti questa registrazione? niente immagini questa volta. Sono sicura che la troverai molto interessante. ah,colgo l’occasione per salutarti. Ho deciso di trasferirmi in Inghilterra. Penso che troverò la mia strada lontano da New York. Ma ricorda,non è un addio. E’ solo un arrivederci. Bye Bye Queen of the UES. XOXO your favorite bitch.”
Senza nemmeno rendersene conto aveva schiacciato il pulsante. La voce di Chuck. La voce di Georgina. E quello che stava per ascoltare non le sarebbe piaciuto. Neanche un po.
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